mercoledì 20 agosto 2008

Caravaggio e Pazienza ad Avellino


Stavo sparandomi un aerosol di cortisone di cucina guardando la tv questa mattina quando tra le varie notizie di guerra in Georgia e irrigidimenti nei controlli sugli automobilisti spunta fuori una di quelle notizie che ti cambia la giornata. Ebbene, il comune di Avellino, in occasione dei festeggiamenti per Ferragosto ha organizzato una mostra alla Casina del Principe, situata in Corso Umberto I (recentemente restaurata) di opere "virtuali" di Michelangelo Merisi (detto Caravaggio dal paesino natio in provincia di Milano. Questo genere di mostra, che vede non gli originali, bensì delle riproduzioni fedelissime in scala 1:1, è una di quelle "Mostre Impossibili" che si sono verificate negli ultimi anni già a New York, Shangai, Londra, Napoli e Parigi. L'impossibilità della mostra consiste semplicemente nel fatto che raccoglie tutte le opere dell'artista che sono invece sparse in varie collezioni pubbliche e private, e permette di ammirarle tutte insieme in un unico ambiente. Ma nelle stanze attigue le opere del Merisi si trova una magnifica esposizione di disegni di Andrea Pazienza, il noto grande fumettista scomparso prematuramente che ha rivoluzionato il mondo del fumetto ed influenzato generazioni di autori successivi, considerato il poeta narrante lo smarrimento della generazione degli anni '70. In mostra vi sono 15 suoi quadri, pubblicazioni inedite tra le quali gli schizzi di "L'ulcera" (nella foto) disegnato nel 1973. Durante la mostra sarebbe dovuto venire proiettato il film "Paz" ma che infine non è stato inserito poichè vietato ai minori (chissà poi perchè). La mostra è iniziata il 1° agosto e si protrarrà fino al 31.


L'importanza di questa notizia, oltre che indubbiamente sul piano artistico, ha a mio avviso un grande valore rivalutativo riguardo il fumetto in Italia. Esporre un fumettista insieme ad uno dei più grandi artisti di tutti i tempi vuol dire che si stanno muovendo i primi passi verso una valorizzazione più sentita dell'arte sequenziale (così definita da Will Eisner) che nel nostro paese risultava a mio avviso ampiamente necessaria. Qui si parla di Cultura, di Arte, di Fumetto. E se ne parla finalmente come una cosa sola! Molto fumettisti di varie generazioni sono rimasti sospesi nel dubbio se definire o no il proprio lavoro propriamente con la parola Arte, poichè quando si pensa ad essa si è soliti credere che si tratti di una manifestazione libera da canoni e schemi. Ma da insegnante di Storia dell'Arte posso tranquillamente smentire questa diceria maldestra, della quale ammetto ero convinta in parte anch'io anni fa. L'arte nel tempo ha subito migliaia e migliaia di influenze ed è sempre stata legata a canoni di committenza, linguaggi allegorici, iconologici, iconografici, filologici. Dall'impressionismo alle avanguardie, ogni corrente possedeva dei codici e dei canoni che permettevano ad un artista di rientrare in un determinato genere artistico. Persino la generazione dell'arte contemporanea nella sua rivoluzione totale ha seguito degli schemi, ovvero quelli dello sconvolgimento, della denuncia sociale, dello stupore ad ogni costo. L'arte è una libera espressione, e questo non è messo in dubbio, ma le preferenze, i gusti, le influenze di un artista influiscono sensibilmente sul lavoro finale e inconsapevolmente costruisce uno schema personale nel quale si trova a proprio agio.


Il fumetto è indubbiamente una libera espressione che come l'arte ha i suoi schemi, le sue scuole, i suoi linguaggi e le sue tecniche. In base alla conoscenza e alla combinazione di questi è possibile creare un proprio stile che permette di essere distinguibili e, si spera, apprezzabili. La strada per una rivalutazione a tuttotondo della nona arte è ancora lunga si sa, però non è assolutamente irragiugibile. Bisogna solo crederci un pizzico di più!

4 commenti:

silvano ha detto...

Considerazioni interessanti sul fumetto in quanto linguaggio/forma artistica ; mi diverte l'abbinamento Paz-Caravaggio ; manca solo il sottotitolo "2 sconvolti x 2 epoche" ...

kingsimon ha detto...

mmmh , si sono ancora vivo , e nonostante cio' non rieso a capire dove e quando ci siamo conosciuti.......cosa piuttosto normale per me , ma son contento di sapere che qualcuno si ricorda del sottoscritto.

amen

MaGiLLa ha detto...

Si Silvano, hai proprio ragione. Comunque bisogna dire che vissero entrambi in epoche parecchio difficili ed oguno di loro ha avuto la propria "croce". Per Merisi era il proprio caratteraccio, un carattere davvero attaccabrighe e scalmanato, mentre per Paz fu indubbiamente la droga. Entrambi due geni in ogni caso, lo trovo un accostamento appropriato.

Simon ci siamo conosciuti a Fumetti in TV due anni fa e mi hai anche fatto un disegno che ti ho scongiurato di regalarmi. Ti ricorda qualcosa "sono troppo giovane per morire giovane"?

kingsimon ha detto...

sono troppo giovane per morire giovane.......in effetti e' una cosa che avrei potuto dire io......
che poi le dico belle e me le dimentico , che asino!