giovedì 22 luglio 2010

Ali


E si riducono così i miei pensieri, in una semplice immagine disegnata d'impulso. Quando dentro ti senti lacerato la cosa migliore che puoi fare è dedicarti all'arte, a ciò che ti permette di esprimere ciò che hai dentro. E così è nata questa semplice immagine su un vecchio quaderno per schizzi dimenticato in un cassetto, uno dei tanti. E devo proprio dire che mi rappresenta al meglio. Questo cammino mi ha logorato i piedi, non ce la faccio più a camminare coi piedi insanguinati e ciò che vorrei sono ali che mi permettano di volare. Ma non esistono ali in questo mondo, l'unica verità che conosciamo ha perso il sapore dei sogni e dei desideri più profondi. Siamo talmente abituati a correre che ormai non sentiamo più alcun dolore e non desideriamo più possedere ali che ci permettano di andare oltre, che ci permettano di frenare la nostra corsa per avere una prospettiva più ampia delle cose, che ci permetta di vedere le cose dall'alto. Non posso più avere le mie ali, i miei sogni sono stati strappati via piuma dopo piuma e adesso devo continuare a camminare, coi piedi sanguinanti, conscia che niente e nessuno mi restituirà i miei sogni. Non posso stare ferma, devo camminare. Il dolore è così forte che se non inizio a correre mi divorerà. E così inizierò anch'io come tutti a non sentire più nulla, a non vedere più nulla dall'alto di alcun sogno.

La verità è questa, io ho perso i miei sogni.

E questo è quanto.

1 commento:

ExoStyle ha detto...

E' davvero impressionante quanto è facile perdersi.. Siamo forgiati come individui ma ci identifichiamo in ciò che ci circonda, si esso un brano, un sogno, una persona. Ancor peggio tentiamo di realizzarci in quel qualcosa/qualcuno che a volte ci sta accanto (ma è davvero cosi vicino?) o, a volte, è cosi distante da sembrare irraggiungibile.

Si dolce Magilla, evidentemente gli uomini non son fatti per volare. Eppure non smetteremo mai di credere a certe favole dove il sole non tramonta mai...

A volte si vive per lunghi giorni senza un perchè... Con quei piedi maledettamente doloranti. Ma la voce del tempo ha suggerito alla mia anima che non è nella corsa che si arriva alla meta..

Dolce Magilla, non è forse più saggio un albero? Non fugge davanti all'inverno, ma nella sua staticità ecco che ogni anno trova la primavera, poi l'estate. La sua unica certezza è che l'attesa porta il ghiaccio a sciogliersi...

Dolce Magilla, se si corre o commina nella direzione sbagliata, può essere che si eviti sia la primavera che l'estate, in un labirinto di soli inverni.
Attendi... E non disperare. Fai riposare quei piedi.

Il sole c'è anche quando non lo si vede....

Bacio.